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ASTERIS: bilancio del 2020 e prospettive per il 2021

Va in archivio il 2020 per il progetto ASTERIS. Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia ci sono stati risultati importanti. Appuntamento al 2021 per l'ultimo semestre, in cui il Comune di Fano avrà un ruolo centrale.

La pandemia di coronavirus e le conseguenti misure adottate dalle autorità italiane e croate già dalla fine di Febbraio 2020 hanno portato all’impossibilità di implementare alcune attività progettuali. Il partenariato è stato anche costretto a cancellare tutti gli incontri e gli eventi previsti per il 2020, trasformandoli ove possibile in riunioni online.

Alla luce di queste restrizioni e blocchi, i partner hanno deciso congiuntamente di presentare una richiesta di proroga. Poter contare su 6 mesi aggiuntivi è l’unico modo per raggiungere tutti gli obiettivi e i risultati attesi sia in termini scientifici che di disseminazione. La richiesta è stata ufficialmente approvata all’inizio di ottobre 2020 ed il progetto terminerà ufficialmente il 30 giugno 2021.

Al netto delle difficoltà incontrate, il 2020 è stato comunque un anno molto importante per il raggiungimento di alcuni risultati scientifici.

All'interno del Work Package 3, è stato realizzato un lavoro di mappatura atto a comprendere i cambiamenti del livello delle acque del bacino adriatico, tenendo conto di tutti i meccanismi fisici interrelati che caratterizzano i processi di aggiustamento isostatico glaciale, nonché la variabilità regionale. Sono stati sviluppati tre scenari, che saranno successivamente integrati con le territorial hazards individuate per il bacino del Nord Adriatico, al fine di prevedere quale dovrebbe essere la risposta locale per contrastare l’intrusione salina.

Per quanto riguarda il Work Package 4, nell'autunno 2020 sono ripartiti i campionamenti nel territorio fanese grazie al lavoro congiunto tra il CNR e l'Ufficio ambiente del Comune. Questi hanno riguardato sia i pozzi in gestione all'ASET che altri di proprietà privata. Le indagini preliminari hanno suggerito che, mentre la falda acquifera di Ravenna - l'altro caso studio - è poco profonda e già fortemente compromessa da una significativa intrusione di acqua marina, in quella di Fano la presenza del cuneo salino è praticamente trascurabile. Ciò indica che il sistema acquifero di Fano è da considerarsi un buon proxy per valutare e simulare potenziali processi di interazione tra acque dolci e saline, provocate sia da una crescente domanda di sfruttamento acquifero, sia dall’innalzamento del livello del mare dovuto a pressioni antropiche e cambiamento climatico. Al fine di simulare possibili future infiltrazioni di acqua marina nel sistema acquifero di Fano, il deflusso delle acque sotterranee e i modelli di trasporto sono attualmente in fase di sviluppo. Questi modelli verranno calibrati secondo i dati idrogeologici e geochimici raccolti all’interno di questo progetto. Il modello degli scenari, che verrà ottenuto tramite simulazioni predittive, è di fondamentale importanza per una corretta gestione e protezione delle risorse idriche che possono essere esportate agli altri sistemi acquiferi lungo il mare Adriatico.

L'ultimo semestre di progetto sarà fondamentale per raccogliere tutti i risultati tecnico-scientifici e, su questa base, implementare le attività del Work Package 5 (di cui il Comune di Fano è capofila) con la definizione di misure ad hoc di adattamento per contrastare l'intrusione salina nelle falde acquifere, e la creazione di un Open Network chiamato a monitorare su questa problematica.

Per rileggere la descizione del progetto, trovate qui la scheda completa.

Per accedere al sito ufficiale del Programma Italia - Croazia, qui il link.