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Fano: una città augustea

Contributo a cura di L. d. S.

Le considerazioni che seguono nascono dalla lettura di un passaggio della nota di presentazione dell’iniziativa alla quale la città di Fano intende partecipare cioè alla designazione a Capitale Italiana della Cultura 2021; il redattore della nota, retoricamente, si chiede: “Ma cosa c’entra Vitruvio con la candidatura di Fano a Capitale della Cultura?”. Tale affermazione offre lo spunto per avanzare alcune considerazioni.

Si dà ormai per certo che Fanum Fortunae, in base agli importanti resti di monumenti superstiti, possa essere stata totalmente ristrutturata, nelle forme urbanistiche in cui il centro storico è giunto fino a noi, per volere di Augusto.

Teatro, anfiteatro, grande “criptoportico”, grande peristilio, le infrastrutture quali, l’impianto fognario, l’acquedotto, la stessa pavimentazione delle strade, rivelano un unitario intervento, pianificato tra la fine del primo secolo a. C. e i primi decenni del successivo.

Le mura di difesa che ancora ammiriamo e le relative porte d’accesso alla città, recano addirittura la “firma” di Augusto Imperatore. L’iscrizione posta sull’arco, infatti, è un dato incontrovertibile e autorizza a pensare che l’apparato di difesa era funzionale ad una coeva, ordinata sistemazione urbanistica. L’iscrizione, dopo le titolature imperiali di Augusto, termina con un lapidario MURUM DEDIT (edificò, donò alla città, a sue spese, le mura).

Nella introduzione al volume “Quattro città unite da 4 archi” cosi scrive Sandro De Maria a proposito del nostro Arco d’Augusto:

“….non di un arco onorario si tratta, ma di una porta della cinta muraria “donata” da Augusto alla città che egli aveva riedificato, porta priva di un attributo celebrativo. Il monumento, infatti, non è dedicato ad Augusto, che è menzionato come costruttore. Soltanto successivamente, mediante un preciso riuso integrale del monumento e senza modificarne l’aspetto architettonico, la Porta di Fanum Fortunae diventerà, almeno nei suoi significati, un vero “arco onorario”, dedicato a Costantino ormai divus.”

Ben poche città possono vantarsi di aver avuto in dono da Augusto mura e porte che, se anche ingiuriate dal tempo e dall’uomo, rendono ancora tangibile l’importante intervento del primo Imperatore e ne fanno a tutto oggi un invidiabile biglietto da visita. Con un termine preso a prestito dall’abbigliamento possiamo affermare che Fano è una città “firmata”.

Gli epiteti che si vogliono aggiungere al nome di Fano con i quali si intende oggi presentare la città, per partecipare, come dicevamo, ad un’iniziativa di valenza nazionale ritengo che, così come non possono e non devono risultare omologhi a quelli di altre città, così non debbano prestare il fianco a critiche che ne mettano in dubbio addirittura la stessa attendibilità storica.

Pertanto l’odierna Fano se vuol ricondursi alle sue antiche, gloriose, origini romane non può che ricorrere al suo “costruttore” che nel nostro caso è addirittura Cesare Ottaviano Augusto.

Di conseguenza troverei più appropriato avvalersi di tale opportunità e definire la nostra città

“FANO, UNA CITTÀ AUGUSTEA”.

PS

Non si intende con questa breve nota dar vita a sterili polemiche: l’intento è quello di collocare Fano nell’ottica giusta al fine di non affiancarle fuorvianti, quanto non del tutto avulse, connotazioni.

1 - Volendo rispondere alla domanda, più sopra riferita,“Ma cosa c’entra Vitruvio…?” suggerirei di togliere quel retorico punto di domanda dato che ritengo si possa affermare che un architetto romano, seppur famoso, non possa competere con il primo e forse il più grande Imperatore di Roma.

2 - Teniamo presente che se Fano potrà vantarsi, finalmente, di appartenere al grande patrimonio mondiale Unesco lo dovrà esclusivamente al superstite, splendido, complesso difensivo augusteo.