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Ricerca sullo stemma malatestiano.

stemma dei Malatesta

Venerdì 22 giugno, ore 18

Fano - Mediateca Montanari - Memo

Conferenza di presentazione della ricerca che ha condotto l’araldista Antonio Conti ad attribuire alla famiglia Boccacci il più celebre stemma “malatestiano” di Fano.

 

Non è uno stemma qualunque. È lo stemma malatestiano per eccellenza nella città di Fano, tanto da essere stato scelto quale simbolo dei Musei Civici Malatestiani.

Celebre per il cimiero del liocorno crestato, questo stemma, murato nel portico dell’ex chiesa di San Francesco, è stato costantemente attribuito alla famiglia Malatesti dalla storiografia fanese e non, per quasi duecento anni.

Tuttavia, l’attribuzione malatestiana non ha retto alla prova della ricerca compiuta dall’araldista Antonio Conti. L’indagine, basata su diverse fonti documentarie, è stata compiuta principalmente presso i principali archivi fanesi: Biblioteca Federiciana e Archivio diocesano. All’esito è emerso che lo stemma deve essere attribuito alla famiglia Boccacci.

I Boccacci provenivano dal dominio malatestiano di Meldola, nell’entroterra forlivese. Si stabilirono a Fano all’inizio del Quattrocento con certo Molduccio, che fu tra le personalità più vicine a Pandolfo III Malatesti signore di Fano. Molduccio fu podestà di Senigallia e forse anche di Fano, poi venne nominato referendario per tutti i domini di Pandolfo III nelle Marche, in Toscana e in Romagna.

La famiglia Boccacci si estinse nel Settecento, dopo aver attivamente partecipato alla vita politica della città. Tra le sue fila si rintracciano consiglieri e gonfalonieri del comune di Fano, castellani, capitani, cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano, conti e baroni, poeti e sacerdoti.

Antonio Conti (1966), laureato in giurisprudenza, araldista, collabora con la cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Urbino “Carlo Bo” con saggi per la collana “ArcheoMed”; è collaboratore della rivista bimestrale “Nobiltà”; si occupa prevalentemente di araldica civica e di araldica signorile (Montefeltro, Della Rovere, Brancaleoni, Oliva, Sforza) con saggi pubblicati sulle riviste della Società Pesarese di Studi Storici, della Società di Studi Storici per il Montefeltro e dell’Accademia Raffaello; è coautore del libro L’arme segreta. Araldica e storia dell’arte nel Medioevo (secoli XIII-XV) e del volume Le Marche sugli scudi. Atlante storico degli stemmi comunali; è autore del libro Il segno del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone e un’ipotesi per gli affreschi dell’Oratorio di San Giovanni di Urbino.