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Palazzo Montevecchio a Fano

Palazzo Montevecchio a Fano

Scalone d'onore Foto di Roberta Pascucci

In pieno centro storico, affacciato su una via che porta il suo nome, in constante “dialogo” con il Palazzo Malatestiano, ecco apparire davanti a noi Palazzo Montevecchio. Una residenza del 1700 sontuosa e imponente che ci racconta il fermento culturale e civile di quel periodo a Fano e la storia di un’importante famiglia della città.

 

La famiglia Motevecchio di Fano

 

Il nome della famiglia Montevecchio è molto antica e deriva dall’omonimo antico casale. Già nel 1319 Maffio di Cante di Montevecchio fu Podestà di Fano e condottiero di truppe al tempo di Galeotto Malatesti e luogotenente del giovane Sigismondo Malatesti; fu tra le vittime della sollevazione antimalatestiana capeggiata nel 1431 da Don Matteo Baruttelli, priore della Chiesa di Sant’Antonio. La famiglia annovera importanti condottieri e uomini d’arme tra il suo casato. Ricordiamo fra tutti Giulio Senior, conte di Montevecchio, Mirabello e Monteporzio, che annovera un fulgida carriera, fu venturiere nell’esercito di Giulio II, signore della Torre di Camerino. Luogotenente generale del Duca di Urbino, chiamato poi a combattere contro i turchi a Venezia e ancora luogotenente generale di Cosimo I Granduca di Toscana, distinguendosi sempre per valore e virtù. Un suo ritratto, attribuito a Tiziano, è stato a lungo conservato a Fano all’interno del Palazzo, da cui è stato rimosso, insieme a tutto l’archivio di famiglia e trasferito a Castel Viscardo (Terni). Tra il Seicento e il Settecento hanno fatto parete della famiglia un secondo Giulio di Montevecchio, che si occupòdell’edificazione dell’attuale palazzo.

 

Il fermento edilizio e civile del 1700 a Fano

 

Anche il Settecento fanese, come quello marchigiano, è caratterizzato da una febbrile e vivace attività edificatoria, favorita da un miglioramento generale delle condizioni economiche della città. Ecco un passaggio di una testimonianza del 1763 sottoscritta dai conti Sigismondo Uffreducci e il “nostro” Giulio da Montevecchio

 

nella città di Fano da 10, 20, 30 anni si vede ocularmente moltissimo accresciuta e tuttavia cresce la popolazione, il lusso e per conseguenza il commercio, con un numero di botteghe ed ogni genere in oggi assai maggiore di quello era nei tempi addietro...”

 

Quindi anche il “più bel palazzo della nostra città” rientra all’interno di questo fermento culturale a rappresentare la nuova presa di coscienza sociale e civile della città.

 

Il Palazzo Montevecchio

 

Per dimensioni e importanza è il maggiore dei palazzi patrizi fanesi, appartenuto alla famiglia fino alla prima metà del XX secolo.

I lavori iniziarono intorno alla metà del 1700, il disegno originario è stato attribuito a Vanvitelli, anche se non risultano esserci prove in merito. Sicuramente durante la fase progettuale e di realizzazione intervenne il bolognese Alfonso Toreggiani e il marchigiano Arcangelo Vici e, infine, Biagio Biaschelli al quale si deve la parte centrale della facciata, quella più riconoscibile, con il grande portale barocco in pietra d’Istria fiancheggiato da colonne tuscanine che reggono il raffinato balconcino del piano superiore, il risultato della facciata esterna? Estremamente scenografico.

Altrettanto affascinante è il grande atrio a colonne, che si apre sullo sfondo monumentale della fontana con la statua del dio Nettuno dove trova spazio un elegante ninfeo ellittico. L’edificio è rimasto incompiuto lungo il lato orientale.

 

Lo scalone d’onore

 

La parte sicuramente più spettacolare è il grande scalone d’onore, l’elemento architettonico tipico delle dimore patrizie settecentesche. E’ una struttura estremamente scenografica che, con un moto ascendentale, partendo dal pozzo centrale, sale fino all’ultimo piano con i suoi grossi scalini. Uno scalone che è tutto:

  • scorci,

  • prospettive,

  • nicchie,

  • colonne,

  • pilastri fino al primo piano.

 

Dal secondo piano in poi ci accompagnano una schiera di otto statue marmoree che impreziosiscono l’elegante balaustra fino ad arrivare al luminoso vano a volta con un grande dipinto centrale raffigurante l’Aurora (ricavata da un modello del pittore Carlo Cignani).

 

Palazzo Montevecchio oggi

 

In passato c’era un grande salone di rappresentanza, con una lunga balconata perimetrale che accoglieva gli ospiti e faceva da anticamera ai vari salotti e sale del piano nobile, che avevano le volte dipinte a grottesche. Oggi il palazzo è stato internamente frazionato in diversi appartamenti, così come il salone di rappresentanza non più riconoscibile. Negli anni del dopo guerra è stato aggiunto un solaio e un nuovo corpo di fabbrica. L’unico appartamento che conserva ancora le decorazioni grottesche originarie è quello più occidentale al secondo piano.

 

Bibliografia

F. Amadei, F. Battistelli, G. Borgogelli, Case e Palazzi a Fano, dimore storiche nelle Marche, Omnia Comunicazione editore, 2012