Fano e l'agenda 2030: pensare globale e agire locale
Pensare globale e agire locale. Sono questi i due concetti chiave che hanno contraddistinto l’incontro di formazione rivolto ad assessori, dirigenti e responsabili dei servizi del Comune di Fano, tenutosi martedì 12 novembre.
L’incontro ha avuto lo scopo di condividere obiettivi comuni e lanciare un nuovo approccio integrato alla gestione e risoluzione di temi complessi della società, sulla base delle linee guida contenute nell’agenda delle Nazioni Unite “UN 2030” e dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).
Ad aprire la giornata è stato il Sindaco Massimo Seri, che ha sottolineato l’importanza di occasioni come questa per condividere i risultati ottenuti tra le varie anime che compongono il Comune (assessori, dirigenti, quadri e dipendenti di tutti gli uffici), così come di pianificare il lavoro futuro mirando ad obiettivi ambiziosi su scala globale.
Secondo il sindaco, Fano può dirsi all’avanguardia nella corsa al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, ed i riconoscimenti ottenuti finora, così come la quantità dei progetti realizzati, sono lì a dimostrarlo. La stella polare non deve ovviamente essere né l’ammontare delle risorse investite né il numero di progetti svolti, quanto la qualità delle iniziative da portare avanti nell’interesse di tutti i cittadini, intesi non solo come fanesi ma cittadini di un mondo più sostenibile. In questo senso, è importante ricordare che Fano è la prima città non capoluogo di provincia a dotarsi di un piano strategico (Orizzonte Fano 2030) ed è pronta ad assumere un ruolo ancora più forte per tutta la vallata, aprendo a patti parasociali (come nel caso di ASET) o coinvolgendo Comuni minori in future progettualità.
Per quanto riguarda i prossimi anni, Seri ha tracciato cinque macro-obiettivi che aiuteranno Fano a tenere il passo dell’agenda UN 2030.
1. “Fano città bella”, con un processo di tutela sempre maggiore del proprio patrimonio paesaggistico, delle aree verdi, degli edifici urbani e delle zone rivierasche (non solo la costa ma anche i fiumi, con il rilancio del Metauro e dell’Arzilla);
2. “Fano città della cultura e della scienza”, con un crescente investimento in luoghi culturali, progetti culturali e festival (vedasi "Leonardo e vitruvio" e "MeMo"), nonché una valorizzazione del polo universitario e dei centri di ricerca del territorio (il Fano Marine Centre è un fiore all’occhiello di questo processo)
3. “Fano città che sa rigenerare risorse”, con il coinvolgimento di volontari, organizzazioni ed abitanti di tutti i quartieri sulla base di un nuovo patto di cittadinanza attiva.
4. “Fano città dello Sviluppo”, con il rilancio di un’economia locale più attrattiva ed un mercato del lavoro più innovativo, partendo da una migliore campagna di promozione territoriale.
5. “Fano città della salute e del benessere”, con la sperimentazione di un welfare di comunità anziché di assistenza privata, ed il rafforzamento dei principi di accoglienza ed inclusione come perni della propria architettura sociale.
Oltre a questo, il Comune rivendica con orgoglio l’innovativo progetto urbanistico e sociale che mira a rendere la città a misura di bambino. Di questo ha parlato più specificatamente Federica Bilancioni, che tra le altre cose supporta l’amministrazione nell’implementazione del progetto “Fano città dei bambini”.
Dopo l’intervento del Sindaco si sono alternati vari assessori che hanno illustrato gli obiettivi raggiunti finora, le maggiori criticità incontrate e i piani per il futuro prossimo: Cristian Fanesi, Caterina Del Bianco, Etienn Lucarelli, Fabiola Tonelli, Dimitri Tinti, Sara Cucchiarini e Samuele Mascarin.
A chiudere l’incontro sono stati i due responsabili dell’ufficio progettazione europea, Ivan Antognozzi e Davide Frulla, che hanno fatto un punto sulle attività in corso e i cantieri da aprire a breve.