Età risorgimentale Secoli XVIII-XIX

Per interrompere il sonno più che bisecolare di una città ripiegata in se stessa e resa docile e pacifica dai governi prelatizi ci vollero le campagne napoleoniche e ancor prima il giungere delle sorprendenti notizie sulla rivoluzione franco-parigina.

Già nel settembre del 1791, infatti, si registrò una ribellione popolare per l’aumento del prezzo della farina contro il Governatore pontificio e il Consiglio civico. Fu saccheggiato un magazzino del grano e fu occupato il bastione del Sangallo, ponendo la città sotto la minaccia dei cannoni.

Nel febbraio del 1797 la città subì la prima invasione di francesi e cisalpini (Napoleone passò per Fano l’8 di febbraio) i quali, ritiratisi poco dopo, ritornarono nel dicembre.

Tempi agitatissimi che videro Fano aggregata alla Repubblica Romana, centro di confine con la Cisalpina.

Una posizione che fu causa di gravissimi lutti quando nel 1799 cominciarono gli attacchi, gli sbarchi e i saccheggi delle truppe austro-russo-turche con contrattacchi, nuovi saccheggi e fucilazioni da parte francese.

Guerra atroce che restituì in un bagno di sangue Fano alla sovranità di Papa Pio VII: sovranità durata fino al 1808, quando la città entrò a far parte del Regno Italico, durato a sua volta fino alla sconfitta di Napoleone a Lipsia (1814) e con l’appendice del vano tentativo di Gioacchino Murat di evitare all’Italia il destino sancito dal congresso di Vienna.

Gli anni che seguirono non furono anni tranquilli, ma anni di cospirazioni, ribellioni e sangue versato in più occasioni.

Era il 1831 e Fano, unita ai rivoluzionari romagnoli, inviava i suoi volontari alla ‘vanguardia’ del Sercognani. Nel 1848 i volontari fanesi combatterono nel Veneto e la città ospitava la legione di Garibaldi in marcia verso Roma ed eleggeva deputato alla Costituente romana l’avvocato Marino Froncini, ardente mazziniano e futuro carcerato, deportato ed esule.

Il 16 giugno 1859, infine, la città insorgeva, proclamando l’annessione al costituendo Regno d’Italia e nominando una propria Giunta provvisoria di governo.

Rioccupata dalle truppe pontificie ancora per poco, la mattina del 12 settembre 1860 accoglieva in festa le truppe liberatrici del generale Cialdini.