Corte Malatestiana

Sul lato occidentale sono le antiche Case dei Malatesti, fatte costruire o riadattate da Galeotto I dopo la sua nomina a vicario pontificio (1357). Caduti i Malatesti, le stesse hanno ospitato la residenza dei Governatori e il relativo Tribunale.

Successivamente, manomesse e ridotte allo stato di completo abbandono, sono state restaurate e molto liberamente integrate dall’architetto Alberto Calza Bini per farne la sede della locale Cassa di Risparmio (1929-30).

All’interno restano un paio di sale con volte trecentesche a crociera e un bel salone di rappresentanza dal soffitto a travature scoperte con mensole intagliate.

In questi locali sono oggi riuniti i dipinti che costituiscono la preziosa Quadreria della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano fra i cui dipinti meritano una particolare segnalazione lo stupendo Sposalizio della Vergine del Guercino (1649), già sull’altare della famiglia Mariotti in S. Paterniano, una Madonna con il Bambino su tavola attribuita a Giovanni Santi, tre tele del Cantarini, quattro del Guerrieri, un S. Gerolamo e l’Angelo attribuito a Lorenzo Garbieri, ritratti e soggetti sacri e profani di Sebastiano Ceccarini, Gaetano Lapis e Carlo Magini e, di quest’ultimo, anche una serie di dieci splendide nature morte, oltre una ricca collezione di monete dell’antica zecca fanese (secoli XIV-XVIII).

Attraverso una botola è inoltre visibile parte di un pavimento romano policromo in lastre di marmo (opus sectile) e fascia a mosaico con motivi di fauna marina (granchi e pesci).

Sul lato opposto della corte (il lato che immediatamente attira l’attenzione dell’osservatore per la sua imponenza architettonica) si affaccia quello che viene oggi non del tutto propriamente definito come Palazzo Malatestiano.

In realtà malatestiana è solo la parte di sinistra, con l’ampio portico dalle snelle colonne in pietra (i capitelli hanno la caratteristica rosa malatestiana a quattro petali), le quattro bellissime bifore archiacute in cotto e la piccola monofora coeva.

Si tratta della parte di fabbricato innalzato per ordine di Pandolfo III fra il 1414 e il 1421 da un ignoto architetto, palesemente legato al gusto tardogotico della cultura viscontea milanese e lombarda.

E’ peraltro documentato anche un successivo intervento curato da Matteo Nuti fra il 1440 e il 1443 al tempo di Sigismondo Malatesti.

La parte destra, con lo scalone e la bella loggia erroneamente attribuita al Sansovino, porta invece incisa la data del 1544 e il nome di Papa Paolo III.

E’ il rifacimento, curato dallo scalpellino Giovanni Bosso, di altra loggia più antica, distrutta da un incendio e risalente all’epoca malatestina.

L’intero fronte (e quello retrostante affacciato sul giardinetto di piazzale Leopardi) è stato restaurato nel 1898 dall’ingegner Giuseppe Balducci che vi ha aggiunto la discutibile merlatura e ha ricostruito la cella terminale della graziosa torretta scalare visibile sul retro.

Questa ‘corte’ fanese dei Malatesti (insieme con la scomparsa villa-castello extraurbana di Caminate) è stata al centro della vita politica, artistica e culturale della città per oltre un secolo.

Caduti i Malatesti (1463) e ceduto il palazzo al Magistrato Civico come residenza del Gonfaloniere e dei Priori, più volte pontefici, sovrani ed alti prelati vi trovarono ospitalità o vi ricevettero ambascerie e l’omaggio dei cittadini fanesi.

Cornice ideale per spettacoli musicali e teatrali, è dal 1954 che la Corte Malatestiana è sede durante l’estate di rappresentazioni liriche e di prosa, di concerti e balletti che hanno visto alternarsi nomi prestigiosi e giovani promesse in opere classiche e moderne sulla base di cartelloni ricchi e variati, atti a richiamare numerosi spettatori dall’intera riviera adriatica.