Neoclassicismo e Razionalismo - Secoli XIX-XX

Per finire resta da dire degli ultimi due secoli e non sarà discorso lungo.
Come già nel Settecento si continuò nell’indiscriminata opera di ammodernamento delle vecchie chiese medioevali e la vittima di turno fu la Chiesa di S. Francesco (pag. 58), sopralzata e allungata su disegno del senigalliese Giuseppe Ferroni nelle auliche volumetrie di un monumentale salone neoclassico, finito poi vittima del terremoto del 1930.
A suo modo più fortunato fu il Palazzo del Podestà che Luigi Poletti, conservandone non senza modifiche l’antica facciata, trasformò radicalmente al suo interno per adattarvi gli atri e il ridotto del suo Teatro della Fortuna (pag. 42) la cui sala degli spettacoli, con il grande sipario di Francesco Grandi, la raffinata eleganza delle decorazioni a stucco realizzate da Giuliano Corsini, la monumentalità della sua struttura architettonica e la perfetta armonia di ogni sua parte, è da annoverare fra gli esempi più perfetti che il purismo neoclassico ha saputo produrre nel campo dell’architettura teatrale.
Un’opera che suggella degnamente tanti secoli di storia artistica fanese e a cui il nostro secolo non ha saputo aggiungere altro che pochi buoni esempi di architettura razionalista come il fabbricato delle Scuole Elementari ‘F. Corridoni’ dell’architetto Mario De Renzi, quello dell’ex Convitto Nazionale ‘V. Colonna’ di Gaspare e Luigi Lenzi e quello, oggi deformato da palesi superfetazioni, del Mercato ittico all’ingrosso dell’ing. Lino Patrignani.
Tacendo sulle opere dei viventi, possono essere infine ricordati i pittori fanesi Giovanni Pierpaoli e Giusto Cespi, seguaci non privi di talento (soprattutto il primo) del tanto vituperato accademismo ottocentesco, né può essere dimenticata l’arte di Emilio Antonioni, il pittore indubbiamente più valido e sensibile a cui Fano ha dato i natali alla vigilia del nostro secolo, seguito da Orlando Sora, Giorgio Spinaci e dall’incisore Arnaldo Battistoni.