Libero Comune

Circa l’origine del libero comune gli storici locali indicano il secolo XII e accennano all’esistenza di consoli già dall’anno 1114. Fu anche l’inizio di quei secoli di odi e guerre municipali che avrebbero portato Fano, maggiore e più forte, a perseguitare la vicina Fossombrone e a salvarsi da una lega di città nemiche (Pesaro, Senigallia e Ravenna) alleandosi con Venezia.

La Serenissima mandò infatti a Fano, in rappresentanza del doge Pietro Polano, il nobile Giovanni Badoer che costrinse i collegati a ritirare le loro milizie, concludendo poi con una sentenza arbitrale del 28 febbraio 1141 una pace ventennale fra pesaresi e fanesi; dopo di che si giunse ad un giuramento di fedeltà al doge che garantì ai fanesi, in cambio del pagamento annuo di un tributo, vantaggi commerciali e l’aiuto militare veneziano in caso di nuove aggressioni.

Conseguenza del patto, l’impossibilità per Fano di affiancarsi ad Ancona durante il conflitto fra l’imperatore Federico I Barbarossa e i comuni, in particolare quando nel 1173 Ancona fu assediata dal cancelliere dell’imperatore (Cristiano arcivescovo di Magonza), mentre una flotta veneziana poneva il blocco navale alla città.

Proseguirono intanto anche le guerricciole locali contro Senigallia e Pesaro per il possesso di alcuni castelli lungo la valle del Cesano e per quelli di Mombaroccio e Novilara (1202), né cessarono le prepotenze e i soprusi a danno di Fossombrone che solo nel 1294 riuscì a liberarsi del giogo fanese.

Fu in quegli anni che Fano subì un breve periodo di dominazione del marchese Azzone VI d’Este cui succedettero Aldobrandino e Azzone VII fino a quando la casa d’Este non finì coinvolta nelle lotte fra guelfi e ghibellini nella guerra scatenata dal nuovo imperatore Federico II di Svevia per il possesso dei territori marchigiani a danno di Papa Gregorio IX.

Fu allora che i comuni marchigiani giunsero a federarsi per resistere all’imperatore che nel 1241 pose l’assedio a Fano, senza riuscire a conquistarla, ma devastandone il territorio.